Meglio la bicicletta> Respira molto meno smog un ciclista, nonostante lo sforzo della pedalata,> che un automobilista chiuso nel suo abitacolo. È quanto emerge da uno> studio effettuato da un'azienda olandese per la Direzione Ambiente della> Commissione Europea. Per quanto riguarda il benzene, un inquinante la cui> cancerogenicità è dimostrata, la differenza è addirittura sei a uno, a> favore del ciclista. Il dato è stato pubblicato dalla Direzione ambiente> della Commissione Europea nel volume "Kids on the move", un manuale> dedicato ai diritti dei più piccoli nel mondo della quattroruote e della> loro salute. Sono infatti i più giovani a essere le prime vittime di un> sistema di mobilità basato sull'auto. Secondo lo studio olandese, inun'ora> un ciclista respira oltre la metà in meno dell'ossido di carbonio inalato> da un automobilista chiuso nell'abitacolo: 2.670 microgrammi per metrocubo> d'aria contro 6.730. Metà della dose in due ruote anche per il biossido di> azoto: 277 microgrammi per chi va in auto, 156 per chi pedala. Ma> l'inquinante che si concentra maggiormente nel chiuso dell'auto è il> benzene. In media un ciclista ne inala in un'ora 23 microgrammi per metro> cubo d'aria, mentre un autista ne respira 138 microgrammi: quasi sei volte> in più. Anche gli altri inquinanti organici registrano concentrazioni> altissime nell'abitacolo: 373 microgrammi di toluene e 193 di cilene,> contro rispettivamente 72 e 46 microgrammi respirati da un ciclista.> Queste sostanze, oltre a essere emesse dalle benzine, sono anche contenute> nelle tappezzerie delle auto.
Eppoi volete mettere la possibilità di cogliere particolari che la lentezza della bicicletta vi permette!
La rivoluzione ciclica è iniziata! Un altro modo scoprire i luoghi
giovedì 17 maggio 2007
lunedì 14 maggio 2007
CAMP BABY E JUNIOR
SAREMO ANCHE ALL'OPEN DAY LA FESTA DELLA BIBLIOTECA DI PREVALLE DOMENICA 20 MAGGIO, DALLE 16.00 ALLE 17.00, TUTTI I BAMBINI CHE VORRANNO CIMENTARSI NELLE PROVE TECNICHE DI SLALOM GIGANTE E SPECIALE LUNGO IL PERCORSO REALIZZATO DAVANTI A PALAZZO MORANI
giovedì 10 maggio 2007
AIR ROGER HA DETTO
Eh,eh,eh...mi associo alla rabbia che devi aver provato ...perchè proprio quello è stato il mio stato d'animo quando ho incrociato l'asfalto appena steso su quello che era una volta una fantistica pedalata su sterrato ci circa 50 km , riuscendo a combinare i vari tragitti.E ora , sarà solo altra aria fritta da vendere per la cricca di politicanti della Provincia !!!Bravi , bravi ....
9 maggio 2007 13.17
9 maggio 2007 13.17
mercoledì 9 maggio 2007
Leggete queste breve racconto tratto da La Bicicletta di Alfredo Oriani ed apprezzatene le parole
sono del 1897 !!
Ho dovuto partir solo.
Insino a mezzogiorno avevo sperato che Orlandi, il mio giovane amico tornato l'altro ieri dalla battaglia , mi avrebbe accompagnato; egli lo desiderava anche più di me, ma secondo il solito questo desiderio tutto pieno di poesia non ha potuto realizzarsi.
Nell'ombra della seconda sala, che il caffettiere dell'Orfeo mantiene fresca per i pochi avventori del meriggio, alcuni, vedendomi in maglia e gambe nude, mi hanno salutato con mordaci ironie: me lo immaginavo; non pertanto qualche cosa ha sussultato in fondo al mio spirito. Sono partito. Le vie della città erano deserte, deserto il lungo e triste borgo che si stende oltre il ponte; nelle molte bettole si beveva già in maniche di camicia bianca, poiché era domenica e festa di non so quale Madonna.
La via Emilia mi è apparsa dinanzi larga, dritta, bianca, polverosa, il sole vi cadeva acciecante, non una bava di vento: silenzio nei campi tutti coperti di sole, giacché le ombre stavano ancora rannicchiate sotto gli alberi. Per la strada, lungo i margini, veniva qualche figura lontana.
Tiro su i calzoni a mezza coscia perché le loro pieghe non strofinino noiosamente la valigia, che riempie il telaio della bicicletta, salto in sella e do il primo colpo di pedale: andrò per Forlì a Santa Sofia, valicherò la doppia giogaia dell'Appennino al Carnaio e a Mandriole, salirò ai conventi della Verna e di Camaldoli, e poi da Poppi a Siena, da Siena a Pisa, da Pisa alla Collina, dalla Collina a Bologna e da Bologna a Faenza. Coprirò così un migliaio di chilometri in dieci o dodici giorni, viaggiando sempre come adesso sotto il sole, in maglia, colle gambe nude e il piccolo berretto rigettato sulla nuca perché i raggi mi battano bene sulla fronte e ne caccino l'ombra fredda, che vi si appiatta dentro da tanti mesi. E’ il primo viaggio vero della mia vita, intrapreso così senz'altro scopo che di viaggiare.
Quante volte ne avevo sognato da giovane!
Allora l'orgoglio mi bruciava negli occhi neri come una fiamma di faro e, alzando la testa dinanzi all'ignoto dell'avvenire, mi sentivo passare sul volto i brividi delle lontane tempeste. Adesso non è più così; l'orgoglio sta ancora dritto, ma quella speranza di vittoria, che inebriava le sue mute e teatrali provocazioni, è caduta.
Uno sparviero o una colomba entrambi feriti: l'uno vigile ancora, cogli artigli stretti sopra un ultimo ramo senza foglie; l'altra appiattata fra le erbe scure, intorno al tronco fulminato della quercia.
Ecco una rondine: mi striscia dinanzi sulla strada così rasente alla polvere che si direbbe vi cerchi qualche cosa...
sono del 1897 !!
Ho dovuto partir solo.
Insino a mezzogiorno avevo sperato che Orlandi, il mio giovane amico tornato l'altro ieri dalla battaglia , mi avrebbe accompagnato; egli lo desiderava anche più di me, ma secondo il solito questo desiderio tutto pieno di poesia non ha potuto realizzarsi.
Nell'ombra della seconda sala, che il caffettiere dell'Orfeo mantiene fresca per i pochi avventori del meriggio, alcuni, vedendomi in maglia e gambe nude, mi hanno salutato con mordaci ironie: me lo immaginavo; non pertanto qualche cosa ha sussultato in fondo al mio spirito. Sono partito. Le vie della città erano deserte, deserto il lungo e triste borgo che si stende oltre il ponte; nelle molte bettole si beveva già in maniche di camicia bianca, poiché era domenica e festa di non so quale Madonna.
La via Emilia mi è apparsa dinanzi larga, dritta, bianca, polverosa, il sole vi cadeva acciecante, non una bava di vento: silenzio nei campi tutti coperti di sole, giacché le ombre stavano ancora rannicchiate sotto gli alberi. Per la strada, lungo i margini, veniva qualche figura lontana.
Tiro su i calzoni a mezza coscia perché le loro pieghe non strofinino noiosamente la valigia, che riempie il telaio della bicicletta, salto in sella e do il primo colpo di pedale: andrò per Forlì a Santa Sofia, valicherò la doppia giogaia dell'Appennino al Carnaio e a Mandriole, salirò ai conventi della Verna e di Camaldoli, e poi da Poppi a Siena, da Siena a Pisa, da Pisa alla Collina, dalla Collina a Bologna e da Bologna a Faenza. Coprirò così un migliaio di chilometri in dieci o dodici giorni, viaggiando sempre come adesso sotto il sole, in maglia, colle gambe nude e il piccolo berretto rigettato sulla nuca perché i raggi mi battano bene sulla fronte e ne caccino l'ombra fredda, che vi si appiatta dentro da tanti mesi. E’ il primo viaggio vero della mia vita, intrapreso così senz'altro scopo che di viaggiare.
Quante volte ne avevo sognato da giovane!
Allora l'orgoglio mi bruciava negli occhi neri come una fiamma di faro e, alzando la testa dinanzi all'ignoto dell'avvenire, mi sentivo passare sul volto i brividi delle lontane tempeste. Adesso non è più così; l'orgoglio sta ancora dritto, ma quella speranza di vittoria, che inebriava le sue mute e teatrali provocazioni, è caduta.
Uno sparviero o una colomba entrambi feriti: l'uno vigile ancora, cogli artigli stretti sopra un ultimo ramo senza foglie; l'altra appiattata fra le erbe scure, intorno al tronco fulminato della quercia.
Ecco una rondine: mi striscia dinanzi sulla strada così rasente alla polvere che si direbbe vi cerchi qualche cosa...
LE PISTE CICLABILI DELLA PROVINCIA DI BRESCIA
Ho visto con rammarico il nuovo tratto di pista ciclabile Lonato-Salò dove un nuovo nastro d'asfalto nel bel mezzo delle colline moreniche del Garda hanno deturpato ciò che rimane di una bellissima zona nei pressi del Lago Lucone e dei laghetti di Sovenigo. Si poteva far meglio creare un itinerario ciclabile non vuol dire asfaltare vecchie carrarecce in modo da poter tracciare sulle proprie planimetrie chilometri di piste ciclabili da vantare come fosse un bel prodotto da marketing. Limitare l'impatto ambientale cercando di incrementare l'uso sostenibile della bicicletta e creare vere piste ciclabili in città e nei paesi non rovinare ciò che di buono è rimasto.
Questo è il mio pensiero. Con una spesa inferiore si potevano realizzare le stesse piste sistemandole senza asfaltare e con un decimo del costo. Non condivido ciò che è stato fatto.
Questo è il mio pensiero. Con una spesa inferiore si potevano realizzare le stesse piste sistemandole senza asfaltare e con un decimo del costo. Non condivido ciò che è stato fatto.
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