martedì 10 aprile 2012

Dal Rio Ram ( Rambach) al Fiume Chiese, dai Waale al Naviglio Grande Bresciano.

Pedalando per le risorse idriche.
Il progetto che ha diverse valenze si prefigge però come obiettivo principale di fare il punto della situazione delle risorse idriche di parte delle province di Bolzano, Trento, Verona e Brescia. Partiremo da Prevalle e seguendo le piste ciclabili attive in questa parte del territorio raggiungeremo Desenzano. Da qui dopo aver caricato le nostre biciclette arriveremo a Verona. Cambio treno per Bolzano e via per Merano per arrivare a Glorenza nel cuore della Val Venosta. Il viaggio alla scoperta delle risorse idriche partirà proprio da questo meraviglioso borgo medievale e precisamente dalla "visita" al Rio Ram che nella parte italiana è minacciato da un un progetto di intubazione per lo sfruttamento a scopo energetico. Scomparirebbe così uno splendido corso d'acqua che da vita ad un biotopo davvero singolare. La battaglia è in corso e attendiamo gli sviluppi della situazione. 
A Glorenza ed in tutta la Val Venosta sono attivi i Waale le rogge realizzate in epoca medievale per sfruttare l'acqua di origine glaciale vista la scarsa piovosità dell'area. Qui percorrendo i Waalwege potremo ripercorrere alcuni itinerari immersi nel verde ed incontrare i pochi Waaler ancora attivi in area. Da Glorenza scenderemo verso Merano e Bolzano percorrendo la ciclabile che affianca l'Adige. Arriveremo poi a Trento e da qui a Rovereto. Avremo così modo di incontrare i diversi affluenti dell'Adige e valutarne lo stato di salute. Da Rovereto lasceremo la Via Claudia Augusta, per dirigerci a Mori scendere a Nago ed arrivare a Riva. Qui incroceremo il corso del fiume Sarca immissario del Lago di Garda. A Riva del Garda ci imbarcheremo e proseguiremo per Malcesine prima della traversata verso Maderno in terra Bresciana. Da Maderno risaliremo il bordo morenico fino alla località Tormini incrociando il Fiume Chiese che scende dalla Val Rendena. Ne percorremo la ciclabile fino a Gavardo dove si diparte il Naviglio Grande Bresciano le cui acque irrigano gran parte del territorio bresciano e parte del mantovano per finire poi a fluire nell'Oglio ad Acquanegra .

Nel corso di questi quattro giorni di pedalata avremo modo di valutare lo stato di salute dei diversi corpi idrici che incontreremo; oltre agli affluenti dell'Adige, coll'Adige stesso, nell'area trentina vi sono diverse zone umide tutelate. Incontreremo anche il Lago di Garda scendendo verso Nago e ci stupiremo così come fecero i viaggiatori dell'ottocento durante i grand Tour. Chiuderemo poi col Fiume Chiese che scendendo dall'Adamello regala da oltre un secolo energia all'industria bresciana e da più secoli acqua alle terre bresciane e mantovane anche grazie al Naviglio.
Il viaggio però ci darà anche l'occasione di poter valutare lo stato di salute delle infrastrutture ciclabili di Brescia, Verona, Trento e Bolzano e rappresenterà una occasione per dimostrare che è ancora possibile viaggiare come nel passato con poca spesa e bassissimo impatto ambientale. A tal proposito dobbiamo ricordare che il viaggio sarà effettuato utilizzando biciclette da viaggio degli anni 70 nello specifico:
una Rossignoli sportiva condorino a 10 velocità, una Wilier triestina sportiva a 10 velocità ed una Wilier Triestina da viaggio a tre velocità. Ovviamente con bagaglio appresso.

venerdì 6 aprile 2012

Finalmente si potrà andare contromano nei sensi unici!

Attenzione ora è necessario educare gli automobilisti ed i ciclisti al rispetto reciproco. Le pubbliche amministrazioni devono impegnarsi a segnalare in modo corretto questa possibilità con una segnaletica
precisa, puntuale e di grande visibilità. 

MILANO - E alla fine, per la gioia dei ciclisti, è arrivato il via libera. Le biciclette potranno andare contromano. La decisione è stata presa dalla direzione generale per la sicurezza stradale del ministero Infrastrutture e Trasporti che ha accolto una proposta della Federazione Italiana Amici della Bicicletta.
COMUNI VIRTUOSI - Una soluzione tecnica che può essere applicata «su strade larghe almeno 4,25 metri, in zone con limite di 30 km/h, nelle zone a traffico limitato e in assenza di traffico pesante». Praticamente nella stragrande maggioranza dei centri urbani delle città. «Siamo veramente soddisfatti e ringraziamo il ministero per questa apertura verso la mobilità ciclistica. Ha finalmente prevalso il buon senso», dice Antonio Dalla Venezia, presidente della federazione che da anni chiede di consentire, nei centri urbani, il doppio senso di marcia nelle strade a senso unico. «Alcuni comuni virtuosi e coraggiosi, come Reggio Emilia - sottolinea Dalla Vecchia - hanno introdotto già questa soluzione che consente al ciclista di usufruire di tragitti più brevi, evitando di seguire i sensi unici pensati esclusivamente per le auto e che portano il ciclista a fare giri molto più lunghi. Praticamente una maniera per scoraggiare l'uso della bicicletta».
NEL RESTO D'EUROPA - La novità si basa sulla tesi, portata avanti dalla Fiab, secondo la quale, in attesa di un aggiornamento normativo, fosse possibile promuovere la conversione di alcuni sensi unici a doppio senso limitato alle biciclette, concedendo una direzione a tutti i veicoli e due esclusivamente alle biciclette. Del resto basta girare nel resto d’Europa, per esempio, per vedere applicato sulla palina del segnale stradale delle strade ad un senso di marcia un cartello integrativo con la scritta “eccetto bici”. «Il Ministero, finalmente, dando parere favorevole alla nostra proposta, pur con prescrizioni compatibili con i contesti urbani, di fatto ha offerto alle amministrazioni locali un nuovo strumento a favore del traffico ciclistico - spiega Enrico Chiarini, responsabile area tecnica della Fiab - Ma non è tutto. L'applicazione di tale soluzione consentirà il completamento a basso costo della rete ciclabile urbana di molti comuni italiani e di fatto offrirà al ciclista interessanti alternative a strade fortemente trafficate».