Attenzione ora è necessario educare gli automobilisti ed i ciclisti al rispetto reciproco. Le pubbliche amministrazioni devono impegnarsi a segnalare in modo corretto questa possibilità con una segnaletica
precisa, puntuale e di grande visibilità.
MILANO - E alla fine, per la gioia dei ciclisti, è arrivato il via
libera. Le biciclette potranno andare contromano. La decisione è stata
presa dalla direzione generale per la sicurezza stradale del ministero
Infrastrutture e Trasporti che ha accolto una proposta della Federazione
Italiana Amici della Bicicletta.
COMUNI VIRTUOSI - Una soluzione
tecnica che può essere applicata «su strade larghe almeno 4,25 metri, in
zone con limite di 30 km/h, nelle zone a traffico limitato e in assenza
di traffico pesante». Praticamente nella stragrande maggioranza dei
centri urbani delle città. «Siamo veramente soddisfatti e ringraziamo il
ministero per questa apertura verso la mobilità ciclistica. Ha
finalmente prevalso il buon senso», dice Antonio Dalla Venezia,
presidente della federazione che da anni chiede di consentire, nei
centri urbani, il doppio senso di marcia nelle strade a senso unico.
«Alcuni comuni virtuosi e coraggiosi, come Reggio Emilia - sottolinea
Dalla Vecchia - hanno introdotto già questa soluzione che consente al
ciclista di usufruire di tragitti più brevi, evitando di seguire i sensi
unici pensati esclusivamente per le auto e che portano il ciclista a
fare giri molto più lunghi. Praticamente una maniera per scoraggiare
l'uso della bicicletta».
NEL RESTO D'EUROPA - La novità si
basa sulla tesi, portata avanti dalla Fiab, secondo la quale, in attesa
di un aggiornamento normativo, fosse possibile promuovere la
conversione di alcuni sensi unici a doppio senso limitato alle
biciclette, concedendo una direzione a tutti i veicoli e due
esclusivamente alle biciclette. Del resto basta girare nel resto
d’Europa, per esempio, per vedere applicato sulla palina del segnale
stradale delle strade ad un senso di marcia un cartello integrativo con
la scritta “eccetto bici”. «Il Ministero, finalmente, dando parere
favorevole alla nostra proposta, pur con prescrizioni compatibili con i
contesti urbani, di fatto ha offerto alle amministrazioni locali un
nuovo strumento a favore del traffico ciclistico - spiega Enrico
Chiarini, responsabile area tecnica della Fiab - Ma non è tutto.
L'applicazione di tale soluzione consentirà il completamento a basso
costo della rete ciclabile urbana di molti comuni italiani e di fatto
offrirà al ciclista interessanti alternative a strade fortemente
trafficate».
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