sabato 20 giugno 2015

Azienda triestina lancia la lavatrice per bici

La Mathitech Bikes ha creato un sistema innovativo ed ecologico per la pulizia che ha già conquistato hotel specializzati della Germania e negozi di noleggio

Nasce a Trieste una nuova lavatrice automatica per biciclette, realizzata dall’azienda Mathitech Bikes, attiva tra il capoluogo giuliano e la Slovenia, che deriva dalla riprogettazione di una macchina simile, ma molto più costosa e complessa. La novità, costruita in città, sta registrando grande interesse a livello internazionale, con vendite effettuate recentemente in Italia e all’estero.
QBike washing station, questo il nome completo, è concepita come un sistema innovativo che consente di eseguire da sola il lavaggio con acqua e detergente ecologico ed è studiata per essere installata e utilizzata in maniera semplice e rapida, proprio come una lavatrice da casa.
Una macchina rivoluzionaria per il settore e anche “green”, che prevede non solo l’assenza di agenti inquinanti, ma anche un sistema di risparmio dell’acqua, scaricata poi in modo diretto alla rete fognaria, senza il bisogno di particolari filtraggi.
«Qualche anno fa ho visitato la fiera Eurobike in Germania, la più famosa del settore – ricorda Enrico Merlani, titolare di Mathitech Bikes– dove ho visto i primi prototipi di lavatrici per biciclette, che però faticavano a conquistare il mercato per l’alto costo, che si aggirava sui 18mila euro. Ho chiesto all’azienda che la vendeva di poter rivedere tutto il progetto, abbassando i costi e rendendo allo stesso tempo più facile e intuitivo l’uso. Così è stato. Sono riuscito ad abbattere il prezzo, quasi dimezzato rispetto al modello precedente, e a proporla al mercato presto, insieme all’azienda con la quale collaboriamo, la Novatec. Negli ultimi mesi abbiamo avuto un ottimo riscontro e l’interesse sta crescendo costantemente».
Ma come funziona? La bicicletta viene inserita all’interno dello spazio attraverso grande ante vetrate, appoggiata su un braccio di lavaggio basculante, dotato di getti e detergenti appositamente scelti per non danneggiare la bici e i suoi componenti. Dall’esterno il proprietario può osservare in tutta tranquillità la propria due ruote nella fase di pulizia e attendere che sia pronta. Bastano tre minuti per un lavaggio semplice e cinque per un ciclo intenso.
Al momento una stazione di lavaggio è posizionata all’interno del negozio Bikeways di viale Miramare 5, riservata ai proprietari per pulire in velocità le bici noleggiate a triestini e turisti. Altre sono state vendute sia in Italia che all’estero.
«Alcune sono state comperate da bike hotel in Germania, per offrire un servizio ai clienti che amano pedalare e scelgono strutture ricettive ad hoc – spiega Merlani – le ultime tre uscite dalla nostra fabbrica sono state dotate anche di gettoniera, programmabile dal gestore dell’impianto con il prezzo che desidera e quindi fruibili in modo completamente autonomo dalla gente. Altre ancora sono in fase di costruzione. Finora sono state posizionate principalmente all’interno di alberghi e in negozi di noleggio di bici».
La macchina, larga e alta due metri, profonda un metro circa, è dotata di un pannello multilingue con la possibilità di selezionare i comandi in italiano, tedesco e inglese. Un software dedicato ordina e controlla le varie fasi di lavoro.
Sull’ampiamento del mercato e sulle potenzialità future della macchina Merlani ha le idee chiare. «Sono tante le persone che si servono della bici per spostamenti più o meno brevi, anche sul nostro territorio si potrebbe pensare di introdurre una “lavatrice” nei pressi di parchi, piste ciclabili o comunque aree frequentate da appassionati.
Vista la semplicità della macchina si può pensare di posizionarlasenza problemi in uno spazio esterno, prevedendo una tariffa per il lavaggio, come alcuni acquirenti che l’hanno comprata già fanno. Si potrebbe pensare anche di inserirla in zone dove sono presenti autolavaggi – conclude - spazi quindi già ampi e attrezzati».

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