lunedì 1 giugno 2015

Ciclabili, appello per lo «stradone»


Il comitato «Bike No Stop» - «Rischi reali, fate in fretta»
Quattro anni fa nascenta in Busa il Comitato «Bike no stop», creato per spingere le amministrazioni ad investire di più
e più in fretta sul mondo della bicicletta, ad iniziare dalla creazione delle ciclabili in zona.
Dal 2011 ad oggi non molto, però, sembra cambiato a giudicare dal documento che il comitato ha inviato in questi
giorni: «La "fame" di ciclabili è generata da un'accresciuta popolazione in termini numerici, ma soprattutto da un
cambiamento nello stile di vita e ad una maggiore sensibilità verso le tematiche green: la bici viene vissuta come il
modo migliore per lasciare a casa l'auto, con ottime ricadute su traffico, inquinamento, salute e portafogli. La notevole
diffusione poi delle bici elettriche ha dato la possibilità anche agli anziani che avevano appeso la bici al chiodo, di
sfrecciare, veloci come ventenni, anche in salita».
Questo sul fronte dei residenti ma ovviamente, in una zona come nostra, grande importanza ha anche il ciclosturismo:
«Crescono di anno in anno i turisti, soprattutto stranieri che prenotano strutture alberghiere, spesso di medio/alto
livello, dove soggiornare ricoverando le proprie bici in carbonio da seimila euro».
Il comitato "Bike No Stop" in questi anni ha raccolto oltre 3600 firme tramite i vari gazebo ed ha pubblicato decine di
articoli sui media locali. «E' così che è iniziata una costruttiva collaborazione con l'allora sindaco Mattei - scrivono - che
pur definendoci ironicamente "i rompiscatole delle ciclabili", aveva preso fortemente a cuore la faccenda, portando a
casa, nel giro di pochi mesi, un paio di risultati eccellenti: la costruzione a spese della casa di cura Regina di una nuova
passerella sul Sarca e, soprattutto, la "mission impossible" di convincere i Bacini Montani alla costruzione del tratto di
ciclabile a sbalzo sul Sarca, per tappare quell'intollerabile "buco nero" che interrompeva la pista proveniente da Dro
verso Torbole».
Da allora il sindaco Betta è succeduto a Mattei e Mosaner a sé stesso: con entrambi i sindaci il Comitato ha avviato
una serie di incontri per portare a termine il completamento e la sistemazione di quella che dovrebbe diventare la
"spina dorsale" delle ciclabili locali, ovvero la Riva-Arco lungo via Santa Caterina.
«Centinaia di ciclisti percorrono giornalmente questo tratto, per andare da un comune all'altro o per recarsi nei centri
commerciali lungo lo stradone. Tutti ciclisti dotati evidentemente di grande coraggio e sprezzo del pericolo, data
l'oggettiva pericolosità del tracciato odierno, che non pochi incidenti, anche gravi, ha generato. Entrambi i sindaci si
sono dichiarati disponibili al completamento di questa essenziale opera pubblica ed hanno dato incarico ai propri
tecnici di procedere al rilievo e alla progettazione». Da questo punto di vista il Comitato è pienamente soddisfatto per assegna stampa gardesana
il costruttivo dialogo intavolato con le amministrazioni. La nota dolente è la tempistica: «A quest'ora - scrive il
comitato - i lavori dovrebbero essere già iniziati, se non addirittura completati, anche in riferimento alla relativa
semplicità progettuale-realizzativa, e ai costi contenuti dell'intervento. Per quanto riguarda poi il progetto della
ciclabile a sbalzo sul Sarca, impostato dal compianto arch. Roberto Bresciani, sono ormai un paio di anni che è pronto,
ma i lavori non partono perché non si riescono a sbloccare i soldi della Provincia, già peraltro deliberati».
Quello che il Comitato chiede pertanto ai due attuali sindaci di Arco e di Riva è di «prendere maggiormente a cuore la
questione delle ciclabili e di dimostrare un polso più fermo, come già fece a suo tempo Mattei, verso gli impedimenti
tecnici e burocratici, che rischiano di allungare oltre misura i tempi di realizzazione di opere pubbliche così essenziali

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